6 febbraio 2011 – CDT
Ho apprezzato, sul «Corriere del Ticino» di venerdì 28 gennaio, l’«Opinione» del collega di Consiglio comunale Maurizio Agustoni a proposito di scuola ticinese. Mi permetto di aggiungere qualche complemento d’informazione.
Agustoni osservava che il Ticino ha il più alto tasso di licealizzazione della Svizzera (nel 2008-2009 il 38.2% dei licenziati dalla scuola media si è iscritto alle scuole medie superiori!), ma ha anche un tasso di disoccupazione giovanile che è il doppio della media svizzera. C’è un legame fra le due cose? È possibile. Ma cercherò di rispondere a questa domanda in un prossimo intervento.
Spesso le famiglie ticinesi spingono i figli a studiare anche quando, in realtà, forse, non ne avrebbero le capacità e magari neanche la motivazione; il risultato è che la percentuale di bocciature e di abbandoni nei licei è molto, troppo alta e, inoltre, sovente, la maturità viene ottenuta in cinque o sei anni invece di quattro; oltre a ciò il 30% circa di coloro che iniziano il liceo non arriverà mai alla maturità; quasi uno ogni tre! Alla fine dell’anno scolastico 2008/2009, nel primo anno di scuole medie superiori (licei e Scuola cantonale di commercio di Bellinzona) il tasso di non promozione e di abbandoni superava il 30% e in secondo corso era, incredibilmente, ancora superiore al 20%! Se da questi calcoli escludessimo coloro che frequentano per la prima volta la prima liceo (togliendo dunque i ripetenti), probabilmente il tasso d’insuccesso si avvicinerebbe al 40%. È impressionante! Perché il livello di licealizzazione ed il conseguente tasso d’insuccesso è così elevato? A mio parere il Cantone ha, in questo stato di cose, le sue responsabilità. Innanzitutto le autorità non fanno nulla per dare al settore alternativo, quello professionale, la dignità che si merita e che ha nella Svizzera interna: si pensi solo che un docente abilitato, che insegna agli apprendisti, con titolo di studio accademico completo, ha un onere d’insegnamento del 4% superiore a quello di un insegnante liceale, ma uno stipendio inferiore di oltre 18’000 franchi all’anno.
Anche l’orientamento professionale ha delle lacune: tre anni fa ho partecipato ad un dibattito nell’ambito delle giornate autogestite di un liceo. Davanti a me sedevano 60 studenti. Ho chiesto loro: a quanti di voi l’orientatore delle scuole medie ha proposto un’alternativa agli studi liceali? Hanno alzato la mano in tre. Tutti gli altri hanno ricevuto direttamente in mano il formulario d’iscrizione al liceo.
La scuola media è in grado di preparare agli studi superiori? Tutti vorrebbero che la risposta fosse sì; ma allora il lettore si chiederà come mai uno studente su tre non supera la prima liceo al primo tentativo. Qui, però, entra in gioco anche il criterio di ammissione agli studi medio-superiori. La media richiesta sulla licenza di scuola media è 4.65 (ma il Consiglio di classe, spesso, dà l’accesso agli studi superiori anche con 4.5), e tale media comprende per esempio anche la nota di educazione fisica, materia che, anche se estremamente importante per la sana e compiuta educazione dei nostri figli, non può, però, essere considerata criterio decisivo per stabilire l’idoneità alla prosecuzione degli studi.
Di conseguenza, dato per assodato che il liceo non può abbassare il livello dell’insegnamento, pena il rischio che gli studenti non siano pronti per l’università, o la scuola media non prepara adeguatamente agli studi superiori o la media richiesta per l’ammissione è troppo bassa o forse il problema è la combinazione delle due cose. Un fatto è certo, però: questa situazione si trascina da anni senza che chi di dovere intervenga in qualche modo a porvi rimedio.
Un’annotazione per il cittadino contribuente: un allievo di liceo ha costi per la comunità superiori di molte migliaia di franchi all’anno rispetto ad un apprendista. Il conto è presto fatto: se buona parte di coloro che vanno al liceo senza mai arrivare alla maturità intraprendessero un apprendistato o una scuola professionale a tempo pieno, il Cantone farebbe risparmi per diversi milioni di franchi all’anno.
Il problema dei costi tocca anche le famiglie, specie quelle dei ceti sociali meno abbienti: se il figlio ha ottenuto il fatidico 4.65 i genitori hanno tutto il diritto di credere che egli possa farcela al liceo; quali saranno la disillusione e le implicazioni finanziarie quando si accorgeranno che, invece, arrivano le bocciature e, magari a 17-18 anni, occorrerà intraprendere da capo una formazione di altro tipo? E come si sentirà il giovane, magari anche volonteroso ed applicato, che si ritrova una serie di insufficienze, quando invece alle medie andava tutto bene?
A poco più di due mesi dalle elezioni è poco probabile che si metta mano a questi problemi; mi auguro che, però, appena iniziata la nuova legislatura, qualcuno ci si metta di buzzo buono.
Edo Pellegrini, Presidente UDF Ticino