31 gennaio 2014 – CDT
Il prossimo 9 febbraio voteremo sull’iniziativa che intende porre un freno all’immigrazione. I contrari paventano catastrofi in caso di accettazione. La stessa cosa era stata detta nel 1992 nel caso non avessimo aderito allo spazio economico europeo e nulla di tutto ciò si è verificato, per cui anche stavolta non ci credo e voterò sì. Poco o nulla, invece, si è sentito a proposito di cosa succederà se l’iniziativa non dovesse essere accettata. Si dirà: «Non cambierà nulla rispetto alla situazione attuale!». E io dico: «Appunto, non cambierà nulla!». Quindi, in Ticino, il numero dei frontalieri e dei padroncini continuerà ad aumentare, l’effetto di sostituzione della manodopera locale da parte dei frontalieri si farà sempre più marcato (è del 14 gennaio la notizia che una ditta del Luganese licenzierà 14 residenti e manterrà in organico i frontalieri, meno onerosi), continuerà ad aumentare il numero dei disoccupati, aumenteranno anche coloro che devono far capo all’assistenza e coloro che, senza più alternative, tenteranno di mettersi a carico dell’AI; poi si accentuerà il dumping salariale, continueranno ad aumentare gli affitti e così via. Sì, non cambierà nulla, finché i problemi sociali creati da tutto ciò non saranno tali da provocare perversi effetti di intolleranza con conseguenze difficilmente prevedibili. Poi, forse, si interverrà, ma potrebbe essere tardi. Da sinistra ci dicono che, per migliorare la situazione, basterebbe potenziare le misure d’accompagnamento agli accordi bilaterali; se tali misure non verranno votate i socialisti non sosterranno l’allargamento della libera circolazione alla Croazia. Purtroppo tale potenziamento ben difficilmente sarà accettato dal Parlamento: a titolo d’esempio il presidente liberale ha già detto che le misure attuali sono sufficienti (il Ticino tutto ringrazia di cuore). Quindi i socialisti non sostengono l’iniziativa sull’immigrazione e aspettano un paio d’anni fino alla votazione per la Croazia e intanto la situazione peggiorerà ulteriormente (il Ticino ringrazia di cuore).
Che i problemi del Ticino non interessino molto a Berna è ormai chiaro a tutti e i nostri consiglieri federali lo stanno dimostrando in modo eclatante visto che nessuno di loro verrà in Ticino a sostenere la posizione della maggioranza del Governo sull’iniziativa in questione: interverranno in ben 30 località, ma non in Ticino (il Ticino ringrazia di cuore per l’alta considerazione in cui veniamo tenuti). Cari ticinesi, solo un nostro massiccio, plebiscitario, voto a favore dell’iniziativa potrà dare un segnale oltralpe. Ogni voto ticinese contro l’iniziativa verrà interpretato come un’implicita accettazione della devastante situazione attuale.
Edo Pellegrini, Presidente UDF Ticino