CDT – 17.9.2019
Il Gran Consiglio boccia la proposta di Giorgio Ghiringhelli sul rimborso delle spese legali per le persone assolte Per la maggioranza le vittime sono già tutelate – Norman Gobbi: «Non generiamo un falso senso di insicurezza»
NICOLA MAZZI
Andremo a votare sull’iniziativa popolare «Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa», che aveva raccolto 9.248 firme. Ce lo ha confermato il primo firmatario Giorgio Ghiringhelli, al termine del dibattito parlamentare, che ha visto passare la posizione del Governo e della maggioranza commissionale. Una posizione contraria alla proposta.
L’iniziativa chiede l’adozione di una nuova legge cantonale con la quale si rimborsa, delle spese procedurali, le vittime che hanno reagito per legittima difesa. Ma facciamo un passo indietro e illustriamo le posizioni e le ragioni favorevoli e contrarie all’iniziativa. A cominciare da quelle del relatore di maggioranza Giorgio Galusero (PLR) secondo il quale, già oggi, il Codice di procedura penale prevede strumenti sufficienti per sostenere le vittime e per i risarcimenti delle spese processuali. Inoltre, ha spiegato, la proposta ha diverse criticità: a cominciare dalla disparità di trattamento tra i reati commessi per legittima difesa rispetto a tutti gli altri. Inoltre, così facendo si creerebbe una categoria privilegiata di persone assolte. In terzo luogo i casi semplici e bagatellari, che oggi non sono rimborsati, con l’iniziativa dovrebbero esserlo a qualsiasi tariffa, andando quindi contro il diritto federale. E infine, ha specificato Galusero, da un punto di vista più pratico il rischio è quello di legittimare comportamenti violenti e incentivare la giustizia fai da te.
Di parere opposto la leghista Sabrina Aldi (relatrice del rapporto di minoranza). La deputata ha dapprima precisato che non si modifica la normativa sulla legittima difesa, ma si agisce solamente sui costi processuali delle vittime che si sono difese. Ha poi precisato che – per colmare le lacune tecniche dell’iniziative e in particolare per evitare abusi da parte degli avvocati – è stato elaborato un controprogetto. E rispondendo alla critica sulla disparità di trattamento ha messo in evidenza che lo stesso Parlamento ha avvallato la ricevibilità dell’iniziativa. «Era in quel momento che doveva essere messa in discussione».
I vari partiti, hanno poi messo in luce la propria posizione. Il PLR, compatto, ha sostenuto il rapporto di Galusero, con Marco Bertoli che ha insistito sulle lacune giuridiche dell’iniziativa. Mentre Omar Balli (Lega) ha evidenziato come la questione sia solo una scelta politica; sapere cioè se si vuole mettere in risalto la questione della legittima difesa. Il PPD, sul tema, si è diviso anche se la maggioranza, come ha riferito Giorgio Fonio, ha sostenuto il rapporto di minoranza in quanto con il controprogetto sono stati corretti alcuni eccessi presenti nell’iniziativa. Oltre al PLR, anche il PS, per bocca di Nicola Corti che ha parlato di «lettera già morta» e i Verdi (rappresentati da Marco Noi), hanno sostenuto la posizione governativa. Mentre l’UDC Edo Pellegrini e Tamara Merlo (Più Donne) hanno appoggiato il controprogetto definito di «buon senso».
La posizione del Consiglio di Stato è stata motivata da Norman Gobbi il quale ha dapprima evidenziato il forte calo dei reati contro il patrimonio negli ultimi anni. Secondo il responsabile del Dipartimento delle istituzioni la legge proposta non risponderebbe a una vera necessità e sarebbe applicata solo in pochi casi. «Non voglio generare un falso senso di insicurezza», ha detto Gobbi.
Alla fine con 50 voti a 35 (e 1 astenuto) l’iniziativa è stata respinta. Una decisione che ha provocato la reazione di Ghiringhelli che abbiamo raccolto. «Sarei stato disposto a ritirare la proposta se fosse passato il controprogetto, facendo evitare inutili spese ai cittadini in quanto l’esito del voto, a mio parere, è scontato e a mio favore». E lo stesso Ghiringhelli ha aggiunto: «PLR, PS e Verdi hanno vinto il primo round, ma sono sicuro che tra due mesi noi vinceremo per k.o. tecnico». Ed entrando nel merito delle critiche lo stesso Ghiringhelli ha sottolineato: «Noi ci eravamo limitati a enunciare il principio del rimborso integrale delle spese procedurali per i casi di legittima difesa, lasciando al Legislatore cantonale il compito di definire i dettagli tecnici. Inoltre, dal punto di vista giuridico, la presunta disparità di trattamento non sussiste, perché in tal caso il Gran Consiglio avrebbe non solo potuto ma anche dovuto dichiarare irricevibile l’iniziativa» e per quanto riguarda il tema della giustizia fai da te: «L’iniziativa non modifica in alcun modo – né potrebbe farlo – il Codice penale federale e non chiede di introdurre alcuna impunità per chi si difende facendo uso della violenza».